giovedì, giugno 30, 2005

Casting!


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Fumetti / Copertina


Posted by Hello

martedì, giugno 28, 2005

Fumetti

Perché vestire i supereroi con tutine superaderenti per poi sputtanarli là sotto mettendo in superevidenza quello che non c'è e invece dovrebbe esserci? E' un paradosso e un tabu' durato a lungo e finalmente crollato, credo proprio per la prepotenza con cui il pubblico gay ha cominciato a rivendicare i propri gusti in fatto di forme e abbigliamento non proprio castigato per gli uomini anche nel fumetto, labirinto di vignette dentro cui da sempre si perdono belle donne svestite, dove cominciano a perdersi stalloni tutti d'un pezzo che non hanno proprio nulla da nascondere, in particolare se supereroi. A dire la verità come sempre c'è un predecessore, un visionario che ha anticipato l'incantevole spudoratezza di questi tempi, Richard Corben e il suo DEN. E non si tratta di un fumetto gay! DEN è un eroe rasato e abbronzato che ha rinunciato non solo al ciuffo, non solo al mantello ma a qualsiasi indumento e se ne va in giro completamente nudo, con tutti i muscoli di rigore, come detta l'albo della categoria, ma anche con un cazzone extralarge che dondola tra una vignetta e l'altra, abbinato a due belle natiche strette e tonde come piacciono a noi. Siamo negli anni settanta ed eroi del genere non se ne sono mai visti. Il tutto accompagnato da una tecnica pittorica assolutamente straordinaria e - come direbbero tutte le prof d'arte - di incredibile plasticità. A parte gli scherzi, si tratta di un effetto policromo che dà tridimensionalità e morbidezza alla pelle di DEN e lo rende allo stesso tempo sexy. Insomma un mito, una pietra miliare. La storia di DEN è il solito misto fantafantasyonirico in cui non si capisce niente ma, come al solito, a noi che importa se la sostanza è tutta nell'immagine?
Altri eroi come DEN non ne conosco, rimane come dire un ideale e un punto di riferimento, tuttavia come dicevamo il pallino di una rappresentazione finalmente maliziosa ed erotica del corpo maschile ha preso piede in altri autori non specificatamente interessati ad un pubblico gay, vedi primo fra tutti Paolo Eleuteri Serpieri e la serie Druuna. Ebbene sì: qui c'è la solita eroina femminile nuda che vediamo da decenni in tutte le salse, ma finalmente accompagnata da partner maschili che in quanto a sensulaità possiamo davvero porre sullo stesso piano. Anche qui storie improbabili e per lo più noiose alla lettura, ma un magistrale utilizzo della china che rende rappresentazioni smaccatamente pornografiche opere di altissimo artigianato, e questo dimostra che l'erotismo non è una cosa buttata là. Un lavoro di qualità che ha lo scopo chiaro e dichiarato di eccitavi e di strapparvi una due tre seghe.
Concludiamo con qualcosa di più soft ma rivolto al vasto pubblico di bambinoni-adolescentoni-omoni americani: la serie Supreme Power creata da Joseph Michael Straczynski e Gary Frank per i tipi della Marvel. Anche qui un innoquo noioso fumettone dove pur nella tradizionale tenuta aderente i supereroi si lasciano ammirare per quello che hanno anche in mezzo alle gambe... e finalmente anche l'americano medio non ha più paura del pacco dei supereroi. Addirittura in una vignetta uno di loro compare nudo e crudo...
Basta chiacchiere, questo è un blog di immagini, a voi esplorare i collage alla scoperta di un erotismo maschile sempre più popolare e offerto all'interesse di tutti.

domenica, giugno 26, 2005

Fumetti / Collage Corben


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sabato, giugno 25, 2005

Fumetti / Collage Eleuteri


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venerdì, giugno 24, 2005

Fumetti / Collage America


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venerdì, marzo 25, 2005

Sport / Copertina


Posted by Hello

giovedì, marzo 24, 2005

Sport

La lycra o il lycra? e si pronucia come: licra o laicra? francamente a noi questo poco importa, importa invece che questo insostituibile tessuto esista e faccia il suo bravo lavoro di dare la massima libertà agli altleti nell'esercizio del loro sport. Cosa possiamo chiedere di più se i corpi più belli e dotati al mondo si fanno ammirare indossando tute super elastiche in lycra sulla nuda pelle? Di più non si può chiedere davvero. Neppure di vederli fare le olimpiadi nudi come nell'antichità perché, credetemi, un corpo trattenuto dalla lycra è perfino meglio di un corpo nudo proprio in quanto a sensualità: ti dà l'esatta dimensione della massa mantenedo un'ambiguità di forme che rende perfetto ogni corpo in tutte le sue parti (quando ovviamente non sempre è così). La lista degli sport che usano abbigliamento tecnico in lycra è grazie a dio lunghissima, ma tra tutti primeggiano il ciclismo, la corsa, il nuoto e gli sport che li comprendono insieme (tipo triathlon). La capacità di questo tessuto di smuovere gli ormoni non è naturalmente legata al materiale di sintesi in sé: non basta infatti prendere un brutto e vestirlo di lycra per renderlo bello e sexy (eppure nel web c'è chi è convinto di questo mioddio). Bisogna innanzitutto disporre di un bel corpo maschio, di cosce possenti, di pettorali ben sostenuti e di una pancia piatta (insomma tutti i cliché dell'atleta che cerchiamo sempre negli altri) e naturalmente di una bella bega (qualche perplessità?). Bisogna poi che l'atleta abbia una innata propensione all'esibizionismo onde evitare che scrupoli di qualsiasi tipo lo inducano a nascondere malgrado tutto le proprie doti. Ma c'è un ultimo elemento, stavolta non banale, che vorrei porre alla vostra attenzione: si tratta del colore e del design della tuta o degli shorts. Spesso sono più arrapanti le tute studiate per sottolineare la struttura muscolare sottostante, con aree di colore omogenee disposte a settori o a fasce, preferibilmente di due soli colori, come se si trattasse del manto di un animale. Da evitasi assolutamente le grafiche complesse e arzigogolate in multicolor stile anni '80: è scientificamente dimostrato da me che non arrapano per niente, non importa quanto figo è l'atleta. La scelta dei colori naturalmente è soggettiva, personalmente sono indeciso tra azzurro, nero, bianco e grigio, ma per esempio i rossi stanno molto bene sulla pelle scura. Adoro il trattamento "lucido" ma anche quello opaco. Ma bando alle ciance, stavolta lascio parlare le immagini. Lunga vita al lycra!