mercoledì, gennaio 26, 2005

Stadio dei Marmi / 2

Ma torniamo ai nostri atleti. Memorabile e incredibile il pugile realizzato da Cecconi e donato dalla provincia di Ascoli Piceno, che ritrae in forma idealizzata il celebre pugile Primo Carnera: non bastasse la modernità del suo viso, non bastasse il bacino puntato in avanti, questo atleta ci si presenta con addosso un paio di mutande aderenti da cui traspaiono distintamente due belle palle schiacciate, divise al centro dall’asta del cazzo. Il mio preferito. L'ho messo in copertina. Anche l'atleta col maglio donato dalla provincia di Pescara indossa un paio di pantaloncini che si posano sulla forma del cazzo. E potremo continuare così, infatti esclusi i pochissimi casi in cui i genitali vengono coperti da una foglia, per il resto è tutto un tripudio di accessori sportivi indossati a corpo nudo e di sospensori infilati tra i glutei. Che piacevolissimo ardimento! Impossibile negare quanto tutto ciò faccia parte del moderno immaginario erotico gay: c'è davvero c’è da rimanere sorpresi e affascinati! Mi chiedo se in fondo Del Debbio e Ricci non avessero dato agli scultori dello Stadio dei Marmi criteri dettagliati e indicazioni precise per ottenere un risultato così uniformemente omoerotico. Non è una novità per nessuno il fatto che la propaganda fascista di allora coincide oggi a livello iconografico col feticismo gay: molti regimi ossessionati dal concetto di virilità (dalla mafia italiana ai vari totalitarismi) sono “queer” loro malgrado, e così, sempre per effetto degli assiomi di cui sopra, da una parte vediamo gli artisti ingaggiati lanciarsi in un inno al corpo maschile, ritratto con passione, onestà e trasparenza, senza temere giudizi, dall’altra gli uomini del regime, veri e duri, subire questo inevitabile fascino, convertirlo in narcisismo, in raffronto, in competizione e risolverlo alla infine con lo scontro. Ahi! Citando dal libro fotografico “Foro Italico” di George Mott, edito dalla Powerhousebooks di New York: “The huge statues depict athletes performing sports typical of the sixty provinces of Italy. No one of the athletes depicted are female. The Foro was a site designed by men for men, and it is not coincidence that it was named in honor of the Fascist regime’s leader Benito Mussolini. In terms of displaying nudity, the historian George Mosse has argued in “Nationalism and Sexuality” (1985) that Italian Fascism adopted more liberal attitudes than National Socialism in Germany. He pointed out the many instances in which Mussolini was depicted shirtless, hence portraying the image of virility not unlike the open display of male nudity in the Stadio dei Marmi.” Insomma mi sono ritrovato con un tempio tutto mio senza averlo mai chiesto, fatto per me e purtroppo pagato a caro prezzo da tutti. Una cosa bella nata da una cosa brutta. Se mi trovo a Roma ci vado sempre in pellegrinaggio. Per il mio 34mo compleanno mi sono fatto regalare da Emilio la pubblicazione già citata “Foro Italico”: belle foto ma per la verità non troppo erotiche, testi in inglese e prefazione di Giorgio Armani. Esiste anche un vecchio numero della rivista FMR (Franco Maria Ricci) dedicato allo Stadio dei Marmi con splendide foto di... boh! ce l'ha un mio amico, aspettate che me lo procuri e vi saprò dire di più... cazzo, a quanto ricordo quelle sì erano foto da urlo! Se cercate su Amazon troverete qualche altro titolo, che io non ho e di cui perciò non posso dire nulla. Lo Stadio dei Marmi è stato restaurato negli anni Novanta: le statue, riportate al loro bianco splendore, sono poi state esaltate dalla splendida serie fotografica “Atleti dello Stadio dei Marmi” (1996-1997) di Roberto Schezen cui è stata dedicata una mostra a Roma al Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo (MAXXI), nel 2004. Quest'artista ha fotografato anche le statue del Palazzo della Civiltà Italiana all'EUR, altro quartiere di Roma, altro monumento fascista, altri bei tocchi d’uomo, altri pacchi di marmo… Sì, dobbiamo approfondire le ricerche, seguire il filo rosso che sicuro ci porterà diritti all’Olimpo...

P.S.: Ecco, ora che ho sottomano il n. 26 di FMR di settembre 1984 vedo che le foto sono esattamente quelle di George Mott in "Foro Italico"!! Probabilmente 'ste foto hanno un effetto ritardato, boh? diventano erotiche nel ricordo... dev'essere per forza così, bravo George!