Stadio dei Marmi / 1
Se c’è una cosa che bisogna dire sull’erotismo maschile nell’arte visiva, è che si tratta quasi sempre di una faccenda di uomini che ritraggono uomini per il piacere di altri uomini. A spiegare la cosa bastano due assiomi oggi più che mai evidenti: quello secondo cui in tutti gli uomini c’è una parte omoerotica, e quello secondo cui la libido maschile è molto più sensibile agli stimoli visivi di quella femminile. Prova di questa “propensione” tutta al maschile si trova in quello che è un vero tempio alla Virilità: lo Stadio dei Marmi a Roma, progettato dall’architetto Enrico Del Debbio, su richiesta dell'allora Sottosegretario fascista all'Educazione Nazionale Renato Ricci, e inaugurato nel 1932 come parte del Foro Italico. Si tratta di una moderna pista d’atletica ispirata all'antico “circo” romano, incorniciata da una bassa gradinata e decorata lungo tutto il perimetro esterno da sessanta atleti di marmo nudi o seminudi, alti ciascuno quattro metri, donati da sessanta province italiane e realizzati da giovani scultori allora sconosciuti come Buttini, Canevari, De Veroli, Baroni, Bellini, Selva, Morescalchi, Bertolini, Biancini, D’Antino, Morbiducci, Cecconi. La cosa che però te lo fa venir duro sotto i pantaloni mentre giri per lo Stadio dei Marmi, è che la virilità è rappresentata e percepita non solo come un ideale astratto di assoluta bellezza "nordica" (una novità rilevante e arrapante rispetto agli efebici visi "romani", pur presenti) ma anche come concreto, reale dato fisico di glutei tondi e genitali ben in vista. E non si tratta di palle appena abbozzate o di cazzi piccoli secondo il triste canone michelangiolesco, no: questi giganti di quattro metri si ergono alti e puri, scrutano un futuro dove tu certo non esisti, sfoggiano una nudità inattaccata dal peccato originale e ti sbattono in faccia coglioni taurini, di quelli belli che compaiono tra le gambe anche da dietro, e cazzi mosci grossi almeno quanto un braccio, con le vene in rilievo o addirittura col glande mezzo scoperto, come nello scandaloso Ginnasta donato dalla provincia di Trapani e realizzato da Biancini - che dio lo benedica! Considerate insomma che se al posto di uomini nudi si fosse deciso di rappresentate donne nude usando lo stesso criterio estetico-anatomico, allora queste donne avrebbero avuto in bella mostra vagine dotate di piccole e grandi labbra! Impossibile che questo potesse succedere, giusto? Chissà perché invece con gli atleti dello Stadio dei Marmi è successo? E se dipingo di bianco un uomo nudo e ben dotato, e lo metto in piazza a fare la statua che non batte cilio? Raccoglierà qualche monetina? Bisognerebbe provare... Quest'idea mi stuzzica e mi piace.
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