venerdì, gennaio 28, 2005

Stadio dei Marmi / Copertina


Posted by Hello

Stadio dei Marmi / 1

Se c’è una cosa che bisogna dire sull’erotismo maschile nell’arte visiva, è che si tratta quasi sempre di una faccenda di uomini che ritraggono uomini per il piacere di altri uomini. A spiegare la cosa bastano due assiomi oggi più che mai evidenti: quello secondo cui in tutti gli uomini c’è una parte omoerotica, e quello secondo cui la libido maschile è molto più sensibile agli stimoli visivi di quella femminile. Prova di questa “propensione” tutta al maschile si trova in quello che è un vero tempio alla Virilità: lo Stadio dei Marmi a Roma, progettato dall’architetto Enrico Del Debbio, su richiesta dell'allora Sottosegretario fascista all'Educazione Nazionale Renato Ricci, e inaugurato nel 1932 come parte del Foro Italico. Si tratta di una moderna pista d’atletica ispirata all'antico “circo” romano, incorniciata da una bassa gradinata e decorata lungo tutto il perimetro esterno da sessanta atleti di marmo nudi o seminudi, alti ciascuno quattro metri, donati da sessanta province italiane e realizzati da giovani scultori allora sconosciuti come Buttini, Canevari, De Veroli, Baroni, Bellini, Selva, Morescalchi, Bertolini, Biancini, D’Antino, Morbiducci, Cecconi. La cosa che però te lo fa venir duro sotto i pantaloni mentre giri per lo Stadio dei Marmi, è che la virilità è rappresentata e percepita non solo come un ideale astratto di assoluta bellezza "nordica" (una novità rilevante e arrapante rispetto agli efebici visi "romani", pur presenti) ma anche come concreto, reale dato fisico di glutei tondi e genitali ben in vista. E non si tratta di palle appena abbozzate o di cazzi piccoli secondo il triste canone michelangiolesco, no: questi giganti di quattro metri si ergono alti e puri, scrutano un futuro dove tu certo non esisti, sfoggiano una nudità inattaccata dal peccato originale e ti sbattono in faccia coglioni taurini, di quelli belli che compaiono tra le gambe anche da dietro, e cazzi mosci grossi almeno quanto un braccio, con le vene in rilievo o addirittura col glande mezzo scoperto, come nello scandaloso Ginnasta donato dalla provincia di Trapani e realizzato da Biancini - che dio lo benedica! Considerate insomma che se al posto di uomini nudi si fosse deciso di rappresentate donne nude usando lo stesso criterio estetico-anatomico, allora queste donne avrebbero avuto in bella mostra vagine dotate di piccole e grandi labbra! Impossibile che questo potesse succedere, giusto? Chissà perché invece con gli atleti dello Stadio dei Marmi è successo? E se dipingo di bianco un uomo nudo e ben dotato, e lo metto in piazza a fare la statua che non batte cilio? Raccoglierà qualche monetina? Bisognerebbe provare... Quest'idea mi stuzzica e mi piace.

giovedì, gennaio 27, 2005

Stadio dei Marmi / Collage 1


Posted by Hello Foto scattate nel 2003 a bassa definizione, per una visione ottimale recarsi di persona sul posto.

Stadio dei Marmi / Collage 2


Posted by Hello E questi sono i bonazzi cui devono aver pensato gli scultori.

mercoledì, gennaio 26, 2005

Stadio dei Marmi / 2

Ma torniamo ai nostri atleti. Memorabile e incredibile il pugile realizzato da Cecconi e donato dalla provincia di Ascoli Piceno, che ritrae in forma idealizzata il celebre pugile Primo Carnera: non bastasse la modernità del suo viso, non bastasse il bacino puntato in avanti, questo atleta ci si presenta con addosso un paio di mutande aderenti da cui traspaiono distintamente due belle palle schiacciate, divise al centro dall’asta del cazzo. Il mio preferito. L'ho messo in copertina. Anche l'atleta col maglio donato dalla provincia di Pescara indossa un paio di pantaloncini che si posano sulla forma del cazzo. E potremo continuare così, infatti esclusi i pochissimi casi in cui i genitali vengono coperti da una foglia, per il resto è tutto un tripudio di accessori sportivi indossati a corpo nudo e di sospensori infilati tra i glutei. Che piacevolissimo ardimento! Impossibile negare quanto tutto ciò faccia parte del moderno immaginario erotico gay: c'è davvero c’è da rimanere sorpresi e affascinati! Mi chiedo se in fondo Del Debbio e Ricci non avessero dato agli scultori dello Stadio dei Marmi criteri dettagliati e indicazioni precise per ottenere un risultato così uniformemente omoerotico. Non è una novità per nessuno il fatto che la propaganda fascista di allora coincide oggi a livello iconografico col feticismo gay: molti regimi ossessionati dal concetto di virilità (dalla mafia italiana ai vari totalitarismi) sono “queer” loro malgrado, e così, sempre per effetto degli assiomi di cui sopra, da una parte vediamo gli artisti ingaggiati lanciarsi in un inno al corpo maschile, ritratto con passione, onestà e trasparenza, senza temere giudizi, dall’altra gli uomini del regime, veri e duri, subire questo inevitabile fascino, convertirlo in narcisismo, in raffronto, in competizione e risolverlo alla infine con lo scontro. Ahi! Citando dal libro fotografico “Foro Italico” di George Mott, edito dalla Powerhousebooks di New York: “The huge statues depict athletes performing sports typical of the sixty provinces of Italy. No one of the athletes depicted are female. The Foro was a site designed by men for men, and it is not coincidence that it was named in honor of the Fascist regime’s leader Benito Mussolini. In terms of displaying nudity, the historian George Mosse has argued in “Nationalism and Sexuality” (1985) that Italian Fascism adopted more liberal attitudes than National Socialism in Germany. He pointed out the many instances in which Mussolini was depicted shirtless, hence portraying the image of virility not unlike the open display of male nudity in the Stadio dei Marmi.” Insomma mi sono ritrovato con un tempio tutto mio senza averlo mai chiesto, fatto per me e purtroppo pagato a caro prezzo da tutti. Una cosa bella nata da una cosa brutta. Se mi trovo a Roma ci vado sempre in pellegrinaggio. Per il mio 34mo compleanno mi sono fatto regalare da Emilio la pubblicazione già citata “Foro Italico”: belle foto ma per la verità non troppo erotiche, testi in inglese e prefazione di Giorgio Armani. Esiste anche un vecchio numero della rivista FMR (Franco Maria Ricci) dedicato allo Stadio dei Marmi con splendide foto di... boh! ce l'ha un mio amico, aspettate che me lo procuri e vi saprò dire di più... cazzo, a quanto ricordo quelle sì erano foto da urlo! Se cercate su Amazon troverete qualche altro titolo, che io non ho e di cui perciò non posso dire nulla. Lo Stadio dei Marmi è stato restaurato negli anni Novanta: le statue, riportate al loro bianco splendore, sono poi state esaltate dalla splendida serie fotografica “Atleti dello Stadio dei Marmi” (1996-1997) di Roberto Schezen cui è stata dedicata una mostra a Roma al Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo (MAXXI), nel 2004. Quest'artista ha fotografato anche le statue del Palazzo della Civiltà Italiana all'EUR, altro quartiere di Roma, altro monumento fascista, altri bei tocchi d’uomo, altri pacchi di marmo… Sì, dobbiamo approfondire le ricerche, seguire il filo rosso che sicuro ci porterà diritti all’Olimpo...

P.S.: Ecco, ora che ho sottomano il n. 26 di FMR di settembre 1984 vedo che le foto sono esattamente quelle di George Mott in "Foro Italico"!! Probabilmente 'ste foto hanno un effetto ritardato, boh? diventano erotiche nel ricordo... dev'essere per forza così, bravo George!

martedì, gennaio 25, 2005

Stadio dei Marmi / Materiali


Posted by Hello

domenica, gennaio 23, 2005

Stadio dei Marmi / Surplus 1


Posted by Hello Grazie Gianbattista per questa foto!

Qui sotto alcune citazioni da FMR n. 26 di settembre 1984
1. Anni e anni addietro, un giovane urbanista, oggi commendatore, che aveva passato la sua infanzia in Svizzera durante la guerra, amava rammentare: "si andava spesso al consolato italiano solo per vedere i manifesti di propaganda del Foro Mussolini, perché - capite? - tutto quel culo fascista mostrato così sfacciatamente dava l'idea che la cara patria fosse diventata, in certe cose e in nostra assenza, un paese (come dire?) molto audace e molto strano. / Alberto Arbasino

2. Una virilità, a ben riflettere, troppo ostentata e quindi anche sospetta. E' vero che gli ignudi maschi di marmo e di bronzo attiravano gli sguardi maliziosamente ammirati delle Giovani Italiane, ma probabilmente esorcizzavano anche le frustrazioni e le impotenze di tanti anonimi e gracili fascisti, e accontentavano le prefernze estetiche di qualche gerarca dai gusti particolari. / Carlo Cresti
3. Mussolini, interprete per parte sua di una pubblica e focosa eterosessualità, ha legato il nome a un monumento che sembra realizzare, in chiave gigantesca, un sogno gay. Persino la nostra epoca permissiva rimane interdetta di fronte a "tutto quel culo fascista", come lo chiama con bella franchezza Abrasino, e ci appare comprensibile che nel dopoguerra, in coircostanze storicamente non ancora accertate, si sia tentato di moralizzarlo con foglie di fico e mutande. / Editoriale, probabilmente di Franco Maria Ricci

Stadio dei Marmi / Surplus 2


Posted by Hello Anche e soprattutto per questa foto grazie di nuovo Gb! Ehi, guarda che strafigo quello con la maglia a serafino scura che tiene le braccia conserte!

Ammetto d’aver delirato anch’io quando mi sono immaginato tutti quei manovali che devono aver tirato su l’E.U.R. o il Colosseo. E sono impazzito quando ho ricevuto en cadeau questa bella foto da un mio affezionato lettore di Genova. Trattasi di un gruppo di valorosi,quanto ignoti, scalpellini che erano stati incaricati, nel 1927, delle rifiniture alle statue del Foro dei Marmi Mussolini a Roma (quella sfacciata meraviglia, con tutti quegli atleti giganti nudi stile decò, che poi Andreotti fece castigare con foglie di bronzo sulle pudenda). Wow! / Gianbattista Brambilla